Bancarotta fraudolenta, differenza giuridica tra appropriazione indebita e distrazione di fondi nel processo penale

I processi per bancarotta fraudolenta

“In tema di reati patrimoniali il nostro studio legale dispone di un gruppo di avvocati – distribuiti sul territorio italiano e nel resto dei paesi comunitari – specializzato nella difesa di soggetti (imprenditori, amministratori delegati, presidenti di consigli di amministrazione) accusati di delitti contestuali o conseguenziali al fallimento dell’azienda – afferma l’avvocato Alexandro Mario Tirelli, tra i maggiori esperti di diritto penale in ambito nazionale ed estero – Si tratta infatti di azioni penali che necessitano di un continuo aggiornamento e approfondimento sui diversi pronunciamenti, spesso discordanti, che avvengono nelle varie fasi di giudizio. E’ utile dunque analizzare le recenti disposizioni della Corte di Cassazione, sia in materia di definizione del reato sia sulla legittimità della procedura penale. I processi per bancarotta fraudolenta, ad esempio, registrano sempre più di frequente l’annoso dilemma sulla differenza tra il reato di appropriazione indebita e quello di distrazione di fondi, soprattutto per la funzione di garanzia che il patrimonio dell’imprenditore costituisce per i creditori”.

Ne Bis Idem

corte di cassazioneA tal riguardo si fa riferimento al più recente pronunciamento (febbraio 2018) della Corte di Cassazione, che  ha affrontato il tema alla luce del superiore principio del Ne Bis Idem (articolo 649 c.p.p), principio giuridico secondo cui un giudice non può esprimersi due volte sulla stessa azione in presenza di una precedente sentenza (vedi articolo in elenco, “Bancarotta fraudolenta, applicazione o esclusione del principio di Ne bis idem in Italia e nel resto del mondo”, A. M. Tirelli – Internacional Lawyers Associates). Il caso di specie vedeva coinvolto un imprenditore (amministratore unico della sua azienda) rinviato a giudizio (e assolto) per appropriazione indebita cui aveva fatto seguito una seconda sentenza (di condanna) per bancarotta fraudolenta per distrazione.

Tutto inutile, secondo la Cassazione, che ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata sostenendo che: “anche ad ammettere (per mera ipotesi dialettica) che – agli effetti dell’art. 649 c.p.p. – l’appropriazione indebita e la bancarotta distrattiva siano fatti differenti (per la presenza nella bancarotta di un elemento naturalisticamente diverso dall’appropriazione), il precedente giudicato liberatorio (unica condotta) impone di concludere che la seconda azione penale non doveva comunque essere promossa”.