Estradizione, accordi bilaterali italia argentina

L’estradizione è una forma di cooperazione giudiziaria tra Stati e consiste nella consegna da parte di uno Stato di un individuo, che si sia rifugiato nel suo territorio, a un altro Stato, affinché venga sottoposto al giudizio penale (in questo caso si ha estradizione processuale) o alle sanzioni penali se già condannato (in questo caso si ha estradizione esecutiva).

L’estradizione è regolata da convenzioni (bilaterali o multilaterali come la Convenzione di estradizione tra gli Stati membri dell’Unione Europea del 27 settembre 1996: estradizione convenzionale) o, in assenza di convenzioni, dal codice di procedura penale (extraconvenzionale).

La “condenacion condicional”

L’art. 26 del Codigo Penal de la Nacion Argentina prevede l’istituto de la “condenacion condicional” in ragione del quale “Nei casi di prima pena detentiva che non superi i tre anni, spetterà al tribunale disporre nella stessa decisione che l’esecuzione della sentenza sia sospesa. Questa decisione deve essere fondata, a pena di nullità, sulla personalità morale della persona condannata, sul suo atteggiamento dopo il crimine, sulle ragioni che lo hanno portato a commettere un crimine, sulla natura dell’evento e sulle altre circostanze che dimostrano l’inconveniente di applicare efficacemente la privazione della libertà. Il tribunale richiederà le informazioni pertinenti per formare un criterio, e le parti possono anche fornire prove utili a tale scopo”. In questo caso se fosse comminata una pena inferiore ai 3 anni – cosa ben plausibile visto il tipo di condotta contestata – potrebbe essere applicata dal Giudice Argentino la Condenacion condicional e pertanto non verrebbe emesso alcun ordine di esecuzione di sentenza e nessun ordine di estradizione.

Nella differente ipotesi in cui non si ravvisassero gli estremi per l’applicazione di detto provvedimento, in caso di emissione di ordine di esecuzione in Argentina, si metterà in moto la procedura per la richiesta di estradizione nei suoi confronti. In questo caso la richiesta formale di estradizione e tutta la documentazione a sostegno della stessa saranno inviati in Italia, su richiesta della Fiscalia, attraverso il canale diplomatico dopo che la Direzione Generale degli affari giuridici del Ministero degli Esteri Argentino ha verificato che la stessa rispetti tutti i requisiti formali richiesti nel trattato applicabile con l’Italia.

In mancanza di consenso alla richiesta di estradizione

Qualora il condannato non presti il proprio consenso alla richiesta di estradizione (il consenso va prestato innanzi al Procuratore Generale presso la Corte di Appello con la necessaria presenza del proprio legale di fiducia) la stessa dovrà essere valutata giudizialmente dalla Corte di Appello competente; i requisiti per la competenza vengono determinati, in ragione dell’art. 701 c.p.p. sulla base dei seguenti criteri:

  1. Corte di Appello nel cui distretto l’imputato o il condannato ha la residenza, la dimora o il domicilio nel momento in cui la domanda di estradizione perviene al Ministro della Giustizia;
  2. Corte di Appello che ha ordinato l’arresto provvisorio previsto dall’articolo 715;
  3. Corte di Appello il cui presidente ha provveduto alla convalida dell’arresto previsto dall’articolo 716;
  4. In via del tutto residuale, in caso di impossibilità di determinazione della competenza attraverso detti criteri, la competenza viene radicata sulla Corte di Appello di Roma.

La decisione della Corte di Appello, formulata sulla base della documentazione consegnata dallo Stato richiedente, fa riferimento in ogni caso alla valutazione del rispetto formale e giuridico dei presupposti normativi richiesti per la concessione o meno dell’estradizione.

In caso di accordi tra Stati

Accordi tra StatiE’ di tutta evidenza che, in caso di sussistenza di accordi bilaterali tra gli Stati, la valutazione della Corte di Appello sarà sicuramente meno invasiva rispetto a quella inerente le richieste estradizionali effettuate tra Stati che non hanno posto in essere con l’Italia alcun accordo bilaterale facendo in questo caso ingresso la meno stringente normativa internazionale la quale lascia ampi margini di discrezionalità all’Autorità Giudiziaria Italiana.

La Corte di Appello decide entro il termine perentorio di 6 mesi dalla requisitoria, dopo aver sentito il Procuratore Generale ed il difensore (se comparsi); in questo caso, qualora la decisione sia favorevole all’estradizione e vi è la richiesta del Ministro della Giustizia, la Corte di Appello richiede la custodia provvisoria in carcere del soggetto per il quale è stata richiesta l’estradizione.

Avverso il provvedimento della Corte di Appello che concede l’estradizione è ammessa la possibilità di formulare Ricorso per Cassazione in relazione al quale, ai sensi dell’art. 706 c.p.p. potrà essere valutata non solo la legittimità del provvedimento ma anche il merito dello stesso alla sussistenza o meno in concreto dei presupposti per la concessione dell’estradizione.

La Corte di Cassazione, in questo caso, deciderà entro 6 mesi dalla proposizione del ricorso.

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