Il ritratto di Perrin, un finanziere d’assalto che voleva il Kursaal e sognava un centro commerciale a Montecatini

L’articolo del Il tirreno su Patrick Perrin

Riprendiamo un articolo pubblicato nel 2001 su Il Tirreno che mostra quanto ancora sia vivo, nella realtà montecatinese, il ricordo di un mercante d’arte parigino che voleva comperare il Kursaal senza asta: Patrick Perrin.

Ogni volta che un personaggio straniero compare sulla scena montecatinese e annuncia interessi roboanti – le terme, l’ormai defunta squadra di basket, hotel prestigiosi – molti ripensano a Patrick Perrin, 12 anni fa il finanziere d’assalto, «erre» flebile ed eloquio tagliente, sedusse una buona parte della città, quella esterofila, che sogna una vocazione anti-provinciale e spera in investimenti esterni; e spaventò l’altra Montecatini, quella conservatrice, che segue modelli di imprenditoria locale. Eterno duello. Su il sipario. Patrick Perrin entra in scena nell’estate 1989 quando intorno al Kursaal, complesso liberty abbandonato nel cuore cittadino, si riaccendono mire generali. Montecatini vive il primo dei tanti duelli miliardari che faranno parlare del Kursaal in Italia. Il primo rendez-vous con il finanziere parigino si svolge il 14 agosto in una villa nei pressi del Golf Club. «So di altre offerte al Credito Fondiario – dice – ma la mia è più sicura. Stacco un assegno e 5 miliardi sono pronti: non so chi può fare altrettanto. Se il Cf accetterà la mia offerta – continua – spenderò altri 30 miliardi per il restauro». Il progetto? Un centro commerciale. Sotto il porticato della villa Perrin, disegna il suo identikit. La figura di un uomo di mondo ironico e un imprenditore aggressivo, approdato a Montecatini per una delle tante operazioni che lo vedono impegnato. Attraverso la holding Fidufin, dice, detiene l’82% di Telemontecarlo.

La sua vita

Vive tra Ginevra, Milano e Parigi. Sposato con un’italiana, ha un figlio. Gioca a golf e a polo, gareggia su auto sLortive, si professa amico di Carlos Menem e Raul Gardini. Si dice titolare di un istituto di credito, la Bank Franck, di piantagioni di canna da zucchero, di tre alberghi a Mauritius. «Se l’affare Kursaal andrà in porto – racconta sorseggiando il caffè – voglio anche un grande albergo. Se non sarà possibile comprarlo, ne costruirò uno». In agosto, Perrin incontra il Credito Fondiario: «A Firenze ho trovato molta disponibilità», commenta. Ha un chiodo fisso: il casinò. Settimane dopo, si fa di nuovo vivo. Stavolta il messaggio è più prosaico. Suona così: ho miliardi pronti, ma non voglio aste. Affiora un link con Licio Gelli. Perrin conferma di essere suo amico, di averlo incontrato a Montecatini, ma aggiunge di non aver bisogno di tutori. «Gelli – dice l’uomo d’affari – lo conosco da trent’anni, era amico di mio padre. Mi dispiace che si usi il suo nome per mettermi i bastoni tra le ruote». Conclusione: l’affare Kursaal non va in porto: parte l’asta. Perrin non vi partecipa. Esce di scena. A Montecatini il suo nome rispunta oggi, dodici anni dopo, nelle discussioni e tra gli interrogativi dei tanti tifosi della Fiorentina. (f.b.)

Fonte: iltirreno.gelocal.it