Bitcoin, norme antiriciclaggio e difesa degli investimenti

Il dibattito normativo sulle criptovalute si trova al centro di un dubbio amletico: i bitcoin sono il denaro del futuro oppure rappresentano solo un sistema di alta criminalità informatico-finanziaria? E quali sono i rischi che corrono gli investitori?

Valuta virtuale

Superato il pantano interpretativo dentro cui annaspano i sistemi bancari, la valuta virtuale ha comunque mantenuto una solida identità: si tratta di una «rappresentazione digitale di valore non emessa da una banca centrale o da un’autorità pubblica, non necessariamente collegata a una valuta avente corso legale, utilizzata come mezzo di scambio per l’acquisto di beni e servizi e trasferita, archiviata e negoziata elettronicamente» (Dlgs 231/2007).

bitcoin“Come studio legale in materia di diritto internazionale – spiega Alexandro Maria Tirelli – siamo molto attenti alla definizione delle transazioni virtuali e all’evoluzione degli strumenti penali per la difesa degli investitori. In Italia la pericolosità dell’anonimato delle operazioni finanziarie è stata individuata grazie all’emanazione del decreto legislativo n. 90/2017 che consente di ricorrere ai principi della IV direttiva europea antiriciclaggio. Nel momento in cui la valuta reale determina l’apertura del cosiddetto wallet di moneta virtuale è obbligatorio evidenziare la tracciabilità di chi investe nell’algoritmo e si immerge nelle catene digitali ad espansione continua come la blockchain (una raccolta dati condivisa e immutabile in quanto, di norma, il suo contenuto una volta scritto non è più né modificabile né eliminabile, a meno di non invalidare l’intera struttura, ndr)”.

Inquadramento legale

Le teorie del sistema monetario corrente non stabiliscono ancora se si tratti o meno di unità di scambio ma di sicuro la transazione con cui si “comprano” i bitcoin sono considerate operazioni di reale contenuto economico e come tali le norme antiriciclaggio e la tassabilità delle operazioni di “incrocio” tra moneta reale e virtuale garantiscono un primo inquadramento legale. L’Italia è sicuramente uno dei paesi che si sta muovendo meglio a livello giuridico in assenza di una regolamentazione condivisa.