Antimafia, nuove procedure nel coordinamento tra autorità giudiziarie: ecco cosa prevede il decreto sicurezza

Coordinamento antimafia

A partire dal prossimo 18 agosto sono previste importanti novità nel settore penale, in attuazione del decreto sicurezza più volte prorogato.

Le modifiche in questione riguardano i meccanismi di ‘coordinamento’ tra i soggetti (il Procuratore della Repubblica, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, il questore e il direttore della Direzione investigativa antimafia) cui spetta il compito di dare avvio al procedimento di prevenzione patrimoniale, tramite ad esempio la misura della confisca.

L’opinione dell’Avv. Alexandro Maria Tirelli

“E’ una riforma procedurale ma che non modifica gli aspetti penali del codice – chiarisce Alexandro Maria Tirelli, avvocato esperto in diritto penale internazionale – mettendo in relazione le varie autorità giudiziarie in ambito di lotta alla criminalità internazionale e alla mafia. Come studio legale stiamo inoltre approfondendo tutte le norme che riguardano i criteri di confisca dei beni alle associazioni criminali e agli enti  e alle imprese sciolte o interdette per infiltrazione mafiosa”.

Nuove disposizioni

decreto sicurezza antimafiaIn nome degli “equilibri” di un sistema che vedrebbe l’autorità giudiziaria e l’autorità di pubblica sicurezza «collocati in posizione paritetica» (così la relazione illustrativa del decreto) la nuova disposizione abolisce “la previsione dell’inammissibilità della proposta presentata in mancanza di una previa comunicazione al procuratore della Repubblica”. Inoltre, in base a un emendamento approvato in Commissione al Senato, è previsto che in caso di conferma di un decreto impugnato di misure di carattere patrimoniale, i giudici della Corte d’appello dovranno mettere a carico della parte privata che ha proposto l’impugnazione il pagamento delle spese processuali.

In base alla legge n.161 del 17 ottobre 2017, questa misura esisteva solo il giudizio in primo grado. Ora, il provvedimento del governo Conte, la applica anche in appello.

Le disposizioni sono state approvate in parlamento ma ancora in fase di attuazione, come anche la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei nuovi reati penale previsti dal codice.