Mae, la cassazione nega un caso di estradizione

Il tema caldo di questi giorni è l’estradizione di Cesare Battisti dal Brasile, ottenuto grazie al pronunciamento della suprema corte brasiliana. Ma ci sono casi internazionali su cui il dibattito è ancora aperto e riguarda soggetti che – pur non avendo la rilevanza mediatica dell’ex terrorista rosso – possono evitare l’estradizione e appellarsi al principio della legge sul mandato di cattura europeo, che è decisamente molto più garantista tra gli stati membri.

MAE – Mandato di arresto europeo

La Cassazione infatti, in materia, di mandato di arresto europeo, ha stabilito che è inammissibile il ricorso per cassazione contro la decisione della Corte d’appello che ha rifiutato la consegna di un imputato. La Corte ha stabilito che l’esecuzione in Italia della pena inflitta dall’autorità giudiziaria estera con sentenza contumaciale (cioè in assenza dell’imputato al processo) è possibile solo se l’interessato ritenga che tale decisione lo privi della possibilità di proporre impugnazione per ottenere la rimessione in termini dinanzi all’autorità giudiziaria dello Stato di emissione.

Il caso sottoposto alla suprema corte italiana riguarda una situazione relativa ad un ordinamento – quello della Romania – in cui è assicurata la facoltà di proporre un’istanza per ottenere un nuovo giudizio, la cui eventuale celebrazione farebbe perdere il carattere di esecutività alla condanna inflitta, imponendo la consegna all’autorità richiedente in applicazione della legge sul mandato di cattura.

L’Italia rifiuta l’estradizione di cittadini rumeni

Nel corso degli ultimi venti anni sono almeno una ventina i casi di richiesta di estradizione da parte dell’Italia per soggetti residenti in Romania, soprattutto sul versante del narcotraffico internazionale o per reati di mafia (articolo 416 bis). Al contrario, invece, l’Italia spesso rifiuta l’estradizione di cittadini rumeni, come di un soggetto arrestato a Venezia nel 2017. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di una Corte d’Appello secondo cui il governo avrebbe dovuto consegnare alle autorità romene un loro connazionale sulla base di un mandato di arresto europeo. L’appello del latitante contro l’ordine di estradizione, emesso dalla Corte d’Appello di Venezia, violerebbe la legge italiana che vieta qualsiasi estradizione che possa mettere la persona in pericolo di subire tortura, trattamenti o pene inumani o degradanti. “La decisione della Corte di Cassazione – spiega l’avvocato penalista Alexandro Maria Tirelli, esperto in diritto internazionale – fa riferimento a una giurisprudenza consolidata che prevede che il governo debba accertare in modo esaustivo che le persone espulse non corrano gravi rischi al rientro nel loro paese. Questo vale particolarmente laddove l’estradizione sia richiesta da stati, come la Romania, con sistemi carcerari noti per gli abusi e per le loro condizioni inferiori agli standard”.