Narcotraffico e riciclaggio in Canada: come affrontare l’ondata di nuove estradizioni e mandati di cattura internazionale

Canada: meta preferita dalla criminalità

“Da diversi anni anche il Canada è entrato nella nostra sfera di interesse penale, una delle mete preferite dalla criminalità organizzata per la ripulitura di denaro sporco e paese ad elevato rischio per il finanziamento al terrorismo” ribadisce l’avvocato penalista Alexandro Maria Tirelli, uno dei massimi esperti in diritto penale internazionale per Ila.

Il codice penale canadese punisce con la reclusione fino a dieci anni chiunque, a vario titolo, riutilizzi i proventi di un reato e l’agenzia di intelligence finanziaria FINTRAC (Financial Transactions and Reports Analysis Centre of Canada) ha valutato che le truffe rappresentino il 37% dei reati presupposto del riciclaggio nel paese, seguite dal traffico di stupefacenti ( il 28%, di cui in buona parte proventi derivanti dal commercio della cocaina), come sostenuto da un recente rapporto del GAFI-FATF (organismo intergovernativo costituito nel 1989 in ambito OCSE con l’obiettivo di promuovere strategie di contrasto al riciclaggio di capitali di provenienza illecita). Si stima, inoltre, che circa duemila imprese siano di proprietà o abbiano legami (familiari, influenze) con esponenti della criminalità organizzata. I trasferimenti (elettronici, superiori a 10mila dollari) di denaro registrati dal 2016 in poi da FINTRAC verso l’Italia sono stati di oltre sette miliardi di dollari (utilizzando le 86 banche, di cui 30 canadesi e gli 841 money transfer registrati), mentre dal nostro paese verso il Canada il flusso è stato di oltre quattro miliardi.

L’opinione dell’Avv. Alexandro Maria Tirelli

“Nel commercio delle droghe un ruolo importante hanno i rappresentanti della mafia siciliana e calabrese insediatisi da anni in Canada. In particolare, la ‘ndrangheta è operativa nella zona metropolitana di Toronto. In un contesto simile aumentano dunque i controlli e con essi anche i processi penali, oltre al sopraggiungere – per soggetti di origine italiana o sudamericana – di nuove estradizioni e di mandati di cattura internazionale, che sono i temi di cui la nostra struttura legale è specializzata da anni con risultati ottimali”, conclude Tirelli.

Rotta Sud America – Canada – Europa

Insomma, il proliferare di questo genere di reati necessita di competenze specifiche. Secondo vari studi condotti anche da Libera, nello scalo di Montreal l’attuale dispositivo della polizia delle frontiere consente di verificare mediamente circa 20-25 container al giorno ossia, alla fine dell’anno, non più dell’1% del numero totale dei container. Si parla, non a caso, di una rotta Sud America-Canada-Europa per assicurare una sorta di “patente di verginità” (espressione utilizzata dall’intelligence europea presente in Canada) al trasporto via mare rispetto ai parametri di rischio (tra cui il paese di provenienza) valutati dalla polizia delle frontiere. Le droghe, insomma, anche da queste parti costituiscono, da tempo, il grande business. Lo ha ricordato anche il CISC (Criminal Intelligence Service Canada) che in uno studio recente ha sottolineato come il narcotraffico rappresenti la prima attività illecita (coinvolgendo l’89% dei gruppi criminali) seguita dai reati finanziari (il 39% dei reati).