Potenziato il protocollo europeo per contrastare riciclaggio internazionale e corruzione: come affrontare le normative in fase di giudizio penale

Progetto per il dialogo

La Corte di cassazione italiana ha stipulato un Protocollo d’intesa con la Corte europea dei Diritti dell’Uomo intitolato “Progetto per il Dialogo” tra le due Corti e significativamente orientato ad iniziative di formazione ed informazione comuni. Da circa due mesi è in vigore un bollettino con pubblicazione semestrale che raccoglie tutte le segnalazioni, arricchite degli indici e dei relativi collegamenti ipertestuali che consentono il reperimento di notizie di reato.

Il protocollo chiaramente supporta l’unica istituzione internazionale che si occupa, in modo specialistico nonché esclusivo, dello sviluppo di strategie antiriciclaggio, il Gafi (Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale) conosciuto in ambito internazionale con l’acronimo FATF, Financial Action Task Force.

L’opinione dell’Avv. Alexandro Maria Tirelli

“Dopo l’approvazione del ddl anticorruzione, nelle cui modifiche si riscontra anche una considerevole normativa legata ai reati di corruzione commessi da italiani all’estero e da stranieri in Italia, appare del tutto necessario affidare lo studio di questa materia a strutture esperte in diritto penale internazionale come la nostra, visto l’evolversi di nuovi strumenti investigativi e probatori”, commenta Alexandro Maria Tirelli, avvocato penalista esperto in diritto penale internazionale. In dettaglio il protocollo potenzia sensibilmente misure di prevenzione come la confisca e il congelamento dei beni e dei proventi da reato nell’Unione Europea dalla Direttiva europea 2014/42/UE al D.lgs.n. 202 del 29 ottobre 2016.

La crescita della consapevolezza di come la criminalità organizzata operi “senza frontiere” conquistando sempre rinnovati spazi di “investimento” ha progressivamente indotto gli Stati ad adottare misure di cooperazione internazionale volte, per quanto possibile, ad arginare il multiforme fenomeno o, quanto meno, a contenerne gli effetti che si riverberano soprattutto nelle attività delle maggiori associazione criminali transnazionali, tra riciclaggio e corruzione.

La corruzione è lo strumento base di ricatto e ricompensa della criminalità organizzata per distrarre risorse pubbliche e per infiltrarsi nella politica locale e nella pubblica amministrazione così come nel settore privato mentre il riciclaggio è uno dei canali più insidiosi di contaminazione fra il lecito e l’illecito, un passaggio essenziale senza il quale il potere d’acquisto ottenuto con il crimine resterebbe solo potenziale, utilizzabile all’interno del circuito illegale ma incapace di tradursi in vero potere economico.

Il quadro normativo esistente a livello di singola nazione appare, ovviamente, insufficiente a garantire una seria azione di contrasto che va, invece, affrontata con un approccio globale e internazionale e dunque con stretta cooperazione tra i paesi interessati ed organismi internazionali.