Tribunali competenti in caso di rifiuto del consenso di estradizione da parte dell’indagato

Rifiuto del consenso di estradizione

Qualora il condannato non presti il proprio consenso alla richiesta di estradizione (il consenso va prestato innanzi al Procuratore Generale presso la Corte di Appello con la necessaria presenza del proprio legale di fiducia) la stessa dovrà essere valutata giudizialmente dalla Corte di Appello competente; i requisiti per la competenza vengono determinati, in ragione dell’art. 701 c.p.p. sulla base dei seguenti criteri:

  1. Corte di Appello nel cui distretto l’imputato o il condannato ha la residenza, la dimora o il domicilio nel momento in cui la domanda di estradizione perviene al Ministro della Giustizia;
  2. Corte di Appello che ha ordinato l’arresto provvisorio previsto dall’articolo 715;
  3. Corte di Appello il cui presidente ha provveduto alla convalida dell’arresto previsto dall’articolo 716;
  4. In via del tutto residuale, in caso di impossibilità di determinazione della competenza attraverso detti criteri, la competenza viene radicata sulla Corte di Appello di Roma.

La decisione della Corte di Appello, formulata sulla base della documentazione consegnata dallo Stato richiedente, fa riferimento in ogni caso alla valutazione del rispetto formale e giuridico dei presupposti normativi richiesti per la concessione o meno dell’estradizione.

In caso di sussistenza di accordi bilaterali tra gli Stati

E’ di tutta evidenza che, in caso di sussistenza di accordi bilaterali tra gli Stati, la valutazione della Corte di Appello sarà sicuramente meno invasiva rispetto a quella inerente le richieste estradizionali effettuate tra Stati che non hanno posto in essere con l’Italia alcun accordo bilaterale facendo in questo caso ingresso la meno stringente normativa internazionale la quale lascia ampi margini di discrezionalità all’Autorità Giudiziaria Italiana.

La Corte di Appello decide entro il termine perentorio di 6 mesi dalla requisitoria, dopo aver sentito il Procuratore Generale ed il difensore (se comparsi); in questo caso, qualora la decisione sia favorevole all’estradizione e vi è la richiesta del Ministro della Giustizia, la Corte di Appello richiede la custodia provvisoria in carcere del soggetto per il quale è stata richiesta l’estradizione.

Avverso il provvedimento della Corte di Appello che concede l’estradizione è ammessa la possibilità di formulare Ricorso per Cassazione in relazione al quale, ai sensi dell’art. 706 c.p.p. potrà essere valutata non solo la legittimità del provvedimento ma anche il merito dello stesso alla sussistenza o meno in concreto dei presupposti per la concessione dell’estradizione.

La Corte di Cassazione, in questo caso, deciderà entro 6 mesi dalla proposizione del ricorso.

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