Violenza e maltrattamenti alla ex

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Il fatto

Rischia nove anni di carcere Clemenz Riccio, 26 anni, originario di Napoli con residenza a Vicenza in strada Bertesinella dove ha tuttora l’obbligo di dimora, finito sul banco degli imputati per maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti dell’ex fidanzata, per l’incendio della casa della mamma di quest’ultima e per danneggiamenti all’auto della ragazza sempre con il fuoco.

È la richiesta formulata davanti al tribunale di Padova dal pm D’Angelo che non ha dubbi sulla responsabilità del giovane (difeso dall’avvocato Alexandro Maria Tirelli) mentre ha sollecitato un anno e sei mesi per Alex Bonato, 32 anni, di Fontaniva (difeso dall’avvocato Andrea Frank), accusato di aver concorso con l’amico nel dare alle fiamme la casa. Fiamme circoscritte e poi domate grazie all’intervento dei vigili del fuoco che, all’una e 20 di notte del 29 dicembre 2015, arrivano velocissimi nell’abitazione, in un Comune nella zona di Piazzola, riuscendo a evitare il peggio. Intervengono anche i carabinieri: il sopralluogo svela che qualcuno aveva sparso della benzina sulle persiane in plastica dell’abitazione, appiccando il fuoco che non invade le stanze perché la proprietaria si sveglia e chiama il 115.

Parte l’indagine. Si scava nella vita familiare. E si scopre che una delle figlie della proprietaria dell’abitazione già il 26 novembre precedente aveva denunciato lo stupro da parte dell’ex, Riccio.

Come se non bastasse, il 27 dicembre un’altra mano sconosciuta danneggia con il fuoco la Fiat Punto della ragazza forando i 4 pneumatici. Riccio aveva convissuto con la giovane per un anno e 8 mesi. Mesi d’incubo per la compagna picchiata, oltraggiata, insultata con frasi del tipo: «Fai schifo, buttati sotto un treno o un camion, ti tengo solo per sc… Se parli ti ammazzo». Per sottrarsi a quell’inferno domestico l’ex era scappata a casa dei genitori temendo per la sua vita.

Riccio – che è destinatario di un divieto di avvicinarsi alla compagna – l’aveva pure privata del telefono cellulare. Madre e figlia si sono costituite parte civile con i legali Laura Trevisan ed Eleonora Danieletto. La sentenza il 10 ottobre.

 

Fonte: IL GIORNALE DI VICENZA